Calamaio



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Cadigia Hassan
E' una donna che alterna la sua attività di mamma di successo con quella di giornalista, scrittrice e operatrice culturale altrettanto di successo.
Non ha vinto molti concorsi letterari, ma solo perchè non vi ha partecipato.
Cadigia mi ha riportato alla mente le parole della canzone di Francesco Guccini "La locomotiva": gli eroi son tutti giovani e belli... e la sua foto lo dimostra!


Cadigia Hassan
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Il valore di un sorriso
Premio Nazionale "La Cometa 2003"



Il valore di un sorriso

Leggi la motivazione

Attendendo la partenza

Tutto è pronto ora:
il passato alle spalle
ed il futuro in valigia...

Le ultime note d'un disco
che non ascolterò più...

Ma nessun rimpianto,
non adesso, almeno,
mentre chiudo la porta,
mentre salgo sul treno.

Molte miglia m'attendono,
ma non sono poi così tante...

Lunghe ore di cammino e polvere
per fermarmi un istante!
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Io

Io,
così scontata e così diversa.
Io,
che non sono mai la stessa:
un giorno allegra,
un giorno depressa.

Io,
che mi perdo in un secchio,
di lacrime amare,
dal sapore del sale,
dalla forza del sole.

Io,
seduta al finestrino
di un bus cittadino.
Io,
che mi chino ad un bambino,
che mi tende la mano.

Io,
con i miei mille problemi
e le mie mille insicurezze,
con un baule di sogni
e di false certezze.

Io,
che mi vesto di mille colori
per qualcuno lì fuori.
E che mi spoglio completamente
sotto uno sguardo assente.

Io,
che voglio tutto o niente,
e mi ritrovo spesso sola,
sperduta tra tanta gente.

Io,
che non credo a nessun dio,
ma che mi commuovo,
non lo nascondo,
ad ogni sussulto nel mondo.

Io,
che ottengo ciò che voglio
e non tradisco il mio orgoglio.

Io,
sono anche tutto questo.
Una che dice: "Tenga il resto!"
e poi...
non ha un soldo in tasca.

Io,
che per te andrei in Alaska
a rubare un cristallo di neve
e che riuscirei a non farlo sciogliere,
se solo tu lo volessi tenere...

Io,
un punto esclamativo (!)
Io,
un irresolubile interrogativo (?).
L'urlo del silenzio

Urlo la mia solitudine,
la mia disperazione,
l'angoscia più nera...

Sorde orecchie
di umani festanti,
mi rendono ghignanti
un'eco sincera:

Sola, sola, sola,
in una metropoli di ghiaccio,
in una giungla malvagia ed inospitale,
con un ago in un braccio.

Turbinio di suoni lontani,
di voci anonime,
di passi frettolosi sul selciato...

Chi siete voi,
che turbate la mia pace,
che vi affannate così tanto
per strapparmi da dove tutto tace?

C'eravate voi
Quando urlavo,
quando lottavo, quando piangevo...
...a chiamarmi per nome
Quando mi chiedevo chi ero?

No,
al di là di quel filo,
unico mio appiglio mondano,
non era la vostra candida voce che ascoltavo,
ma l'urlo di un muto silenzio,
sovrano!
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