Tracine sifilitiche si agitarono sotto la sabbia fredda della sua sofferenza.
Bevve il liquido amniotico delle riflessioni ombelicali. Pensieri
spiraliformi, che si allontanano dal vero con andamento logaritmico per
ricadere inesorabilmente nel nocciolo della questione, lo assalirono dubbi.
Soffrì per la sua pochezza interiore che lo rendeva inadeguato alla
situazione. Bevve dalla bottiglia di whisky e tentò di smorzare
l'effetto dell'alcol ingollando birra dal boccale. Valutò con
malcelata soddisfazione l'esito della bevuta guardando il bicchiere ormai
vuoto. Annegò lentamente gli scrupoli ordinando un altro boccale.
La scorza dura della sua resistenza s'incrinò paurosamente sotto i
colpi del dolore nascente. Si appoggiò all'idea e al ricordo del
pianto ancestrale.
Poi sentì che doveva pisciare.
Valutò il panorama del bar roteando lo sguardo smarrito.
Intercettò la targa, scritta onomatopeica, ideogramma internazionale,
retaggio della globalizzazione imperante, unico luogo dove donna e uomo
sorgono verticali uniti dall'interesse comune. Si alzò, s'aggiustò,
accennò a un sorriso, si apprestò a veleggiare su ipotetiche
traiettorie concrete. Il bisogno offuscò il ricordo di LEI.
L'istinto risalì dal profondo del ventre facendosi largo nel magma
confuso di pensieri, immagini, idee. Riscoprì, tra le pieghe
dell'animo, la cogenza di volersi del bene. Benedette necessità
primarie, le uniche in grado di sconfiggere l'essenza e il dolore di un
addio! |