libro Il racconto bonsai
(2005)
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C'era una volta un racconto di non più di cento parole, ma non di paroloni lunghi e roboanti, bensì di parole buttate lì a caso sulle pagine di un taccuino moleskine gualcito e un po' macchiato.
Era figlio di un autore distratto e materialista che lo aveva tirato giù in mezz'ora, tanto per guadagnare un po' di Euro sicuri.
Infatti, lo scrittore conosceva il capo redattore di un quotidiano a tiratura nazionale che il sabato pubblicava sempre quel genere di letteratura spicciola perchè fa tendenza e così la gente compra il giornale anche quel giorno, avendo più tempo a disposizione per leggerlo.

Così era stato deciso di pubblicare il racconto sul paginone centrale dove si trovava in compagnia dei sudoku, dei rebus, dei cruciverba e delle barzellette.
Quando il racconto, che era molto sensibile ed aveva delle velleità letterarie, si era accorto di occupare così poco spazio c'era rimasto male.
Era appena un po' più lungo di un aforisma e, anche se era ben strutturato e la sua trama aveva uno sviluppo completo, era sicuro che non avrebbe mai avuto una rilevanza non solo nel panorama internazionale, ma nemmeno in quello locale.
Si rendeva conto che non avrebbe mai potuto partecipare ad un concorso letterario, che non sarebbe mai stato indipendente e che il suo autore, forse, non lo avrebbe mai neanche incluso in una eventuale pubblicazione futura di una raccolta di racconti.
Il nostro racconto, essendo un tipetto orgoglioso e intraprendente, decise così su due righe, che doveva trovare un modo per diventare famoso sebbene fosse costituito da appena cento parole.
Avrebbe dimostrato al mondo intero di che pasta era fatto!
In ogni caso, si rese conto di dover agire in tutta fretta, prima cioè che il giornale fosse stampato e distribuito nelle edicole di tutta Italia.
Una volta tanto, comunque, la fortuna era dalla sua parte.
Approfittando del fatto che l'impaginazione del giornale veniva realizzata sul personal computer e che questo era collegato alla rete di internet, scivolò nella rubrica telefonica del capo redattore e si autospedì come SMS a tutti i numeri telefonici in essa contenuti.
Dovette segmentarsi in quattro SMS; ma, attraverso l'uso intelligente di una semplice routine, riuscì a replicare la sua spedizione, dai telefoni raggiunti con il primo invio, a tutti i numeri di telefono contenuti nelle rubriche di questi ultimi.
In pochi minuti tutti i cellulari del mondo furono invasi da copie del Racconto Bonsai.
L'esito fu catastrofico: molte persone furono colpite da crampi al pollice per cercare di cancellarlo, altri ebbero per lungo tempo dei tic nervosi per tentare di riordinare i quattro SMS in cui era diviso il racconto e finalmente riuscire a leggerlo, alcuni infine, ma solo i più imbranati, ebbero l'esaurimento nervoso perchè si sforzarono invano di capirci qualcosa.
Il Racconto Bonsai divenne così famoso e così letto che ancora oggi, quando lo senti narrare la sua storia per vantarsene, non fa neanche in tempo a dire il titolo che invariabilmente si sente rispondere: «Oh, è vecchia, già la conosco questa storia! »



Leggi il commento di Davide Gorga a questo racconto

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